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Arredamento d’interni

Noi donne, si sa, siamo frivole, estrose e creative.

Fa parte di quella roba degli emisferi, sensiblità, empatia, inventiva. Siamo multitasking e più inclini a trovare soluzioni rapide e concrete nei momenti di crisi.

E siamo imbattibili quando si parla di LEI.

Già: chiamatela come volete, la patata, la gnagna, il belfiorechenoncolsi, la fuffa, la bernarda, la micia, la pisella.

Insomma, ci siamo capite.

A partire dalle acconciature, che si sa, ci teniamo ad essere in ordine anche lì.

E soprattutto alla moda. Corti o lunghi, arruffatta o total shaved, dalla patonza anni 70 alla pista di atterraggio degli anni 2000, anche lei si è adeguata ai mood e alle tendenze dei migliori fuffa hair stylist del momento.

Ma… voglio mettervi a parte della scoperta di un mondo.

La coppetta mestruale.

Ora.

Vi parlo con cognizione di causa: penso di essere stata una delle pioniere della coppetta in Italia; la usavo quando ancora le mie amiche credevano fosse un bicchierino da rosolio, e mi guardavano storto immaginando cerimonie baccanali in cui il sangue raccolto venisse offerto alla madre terra in un rito per la fertilità.

Per comprarla avevo setacciato tutti i negozi di Genova, per trovarla solo in uno sparuto negozietto specializzato in prodotti biologici e naturali; lo stesso in cui mi sono servita per tutta la gravidanza, da brava mamma olistica in fieri – alla faccia di chi dice che nella vita non si cambia mai opinione – rifornendomi di pannolini lavabili, fasce, collanine d’ambra, radici di viola, code di rospo e polvere di unicorno.

Tralasciando il piccolo dettaglio per cui una volta comprata, la coppetta è rimasta per due anni chiusa in dispensa, dato che sono rimasta incinta esattamente il mese in cui avrei dovuto cominciare ad utilizzarla, la coppetta è stata per me una rivoluzione.

Mi ci sono approcciata con un profilo basso, picchiandomi da sola per imparare a metterla e soprattutto ad estrarla (NON tirate mai senza levare il sottovuoto, per l’amor del cielo, o rischiate di trovarvi anche le tette sotto le scarpe per il risucchio), senza avvalermi di tutorial youtube, ed orientandomi verso l’unico prodotto all’epoca in commercio: la mooncup.

Una semplicissima coppetta in silicone, color del silicone, consistenza del silicone. Niente più.

Naturalmente vi risparmio lo shock nello scoprire che esistono due misure: la S e la L.

E, ça va sans dire, se la S è consigliata per le ragazze molto giovani, la L è invece adatta alle donne che hanno partorito con parto naturale, e alle tardon ultratrentenni, anche se non hanno avuto figli.

In pratica, con una sola lettera, la L, venite classificate come vecchie ciabatte e pure un po’ zoccole, che se a trent’anni ancora sei single e senza figli si sa, che a far l’amore con te è come lanciare il proverbiale salame nel corridoio. Figuriamoci una coppetta.

Comunque, superato questo primo trauma, il risucchio e le prime esperienze splatter, che Tarantino avrà pensato a Pulp Fiction dopo aver assistito la moglie che si cambiava la coppetta in un bagno pubblico, ho iniziato a godere dei vantaggi dell’attrezzo.

Niente odori molesti, niente macchie indesiderate e un super comfort che te la fa dimenticare anche per 12 ore filate.

Con la coppetta puoi fare tutto, anche sesso se scegli quella giusta: roba che la signorina che si lanciava col paracadute e gli assorbenti con le ali, vedesse ora i progressi della scienza pro-mestruo felice, sarebbe tentata di tirare la cordicella del tampax, anziché quella del paracadute, per schiantarsi al suolo e finire così le sue sofferenze da ciclo.

Ma, tornando al principio, dicevo che noi donne siamo così, un po’ frivole, estrose e creative.

E potevamo forse risparmiarci di applicare questa inventiva anche alle meravigliose coppette?

E figuriamoci

Così l’ho fatto: mi sono iscritta ad un gruppo su Facebook, ed è lì che mi si è aperto un mondo.

Io, dilettante, con la mia obsoleta coppetta ingiallita, scelta a casaccio, o forzatamente – quella c’era –imparando ad usarla a suon di smanacciate nella patonza, sversamenti e perdite inopportune, ho scoperto che negli ultimi dieci anni, il panorama delle coppette si è ampliato ed arricchito, pronto a venire incontro alle esigenze di ogni fuffa.

Innanzi tutto, bisogna misurare. A spanne, o a falangi.

Che lo ammetto, io tutta ‘sta roba di posizionamenti di cervici, e tonicità non l’ho capita ancora molto, ma mi applicherò. Resta tutto avvolto da un alone di mistero, un po’ come i centimetri di dilatazione durante il parto.

Anzi, se qualcuna vuole spiegarmi come si misurano, io ancora non l’ho capito.

Comunque, al di là dei dettagli tecnici, che servono a trovare la coppetta più adatta a ciascuna di noi, esiste una moltitudine di varianti estetiche.

E già.

Perché vogliamo mica privarci di abbinare la sfumature di coppetta giusta alla mutanda? O rinunciare al tocco soft della seta al posto di quello greve del silicone?

Coppette di ogni colore e forma, dalla nuance pastello al fosforescente, persino glitterate. Immagino si indossino a capodanno.

Per non parlare dei portacoppette, che se esiste qualcosa per cui noi donne andiamo a bagno sono gli accessori: sacchettini con cuoricini, gattini, nomignoli personalizzati, fiori, ricchi premi e cotillons.

Borsette con lo stringhino, con la cerniera, coi bottoni, con l’automatico, tutto per portare con nonchalance in borsa il magico contenitore del nostro ciclo mestruale, ed evitare la classica monumentale figura di merda quando qualcuno ti chiede un fazzoletto di carta e tu, frugando alla cieca in borsa, rispondi porgendo regolarmente un Lines ultra piegato e confezionato nella malefica plastichina di identica consistenza dei “Tempo soft”.

Il tutto per arredare con gusto anche il nostro interno gnagna.

Mancano due mensoline, un paio di tende in lino color tortora, ed un bel divano per intrattenere gli ospiti, et voilà, les jeux sont faites!

p.s.

Nessuna coppetta è stata maltrattata per la realizzazione di questo post e anzi, vi consiglio caldamente, o donne, di iniziare a pensare ad usarla. Oltre a salvare l’ambiente, vi assicuro che vi cambierà la vita!

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