allegroconbiro
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Sono una pessima madre

Sono una pessima madre.
Mangio l’ultimo biscotto della scatola, e ti uso per giustificare la mia voglia di gelato.
Ti trascino per serate e noiosissime presentazioni di libri, piazzandoti davanti al tablet.
Urlo quando sono stanca ed esasperata.
Ti piazza davanti ai cartoni quando voglio godermi la mia soap preferita senza interruzioni.
Ti corrompo con soldini e caramelle per non alzarmi dal divano e farmi portare acqua e il caricabatterie del cellulare.
Ti dico che Netflix non funziona più, quando voglio vedere le mie serie tv preferite anziché i tuoi cartoni.
Incolpo la Vale della puzza di fumo che entra in casa quando siamo insieme sul balcone, e in realtà mi sto concedendo una sigaretta anche io.
Ti allungo patatine alle 7 di sera per giustificare la mia birretta del venerdì sera.
Mi annoio a giocare con te.
Ti sveglio sempre all’ultimo minuto e poi di sgrido perché siamo in ritardo.
Ti copro di regalini quando passo un weekend con le mie amiche per soffocare i sensi di colpa.
Ti faccio dormire con me nel lettone, facendo finta di proteggerti dai mostri mentre in realtà sei tu che proteggi me.
Ti minaccio delle cose più terribili se non fai qualcosa, ma ormai lo hai capito che mento.
Ti giuro che non userai il tablet per un mese, ma cedo alla prima serata storta per colpa del lavoro o chissà cosa per starmene in panciolle sul divano.
Ti urlo di smetterla di urlare.
Do’ la colpa a te delle puzzette in pubblico.
Ti proibisco di mangiare l’ultima barretta kinder per poi mangiarmela di nascosto.
Ti dico che andrà tutto bene anche quando sono terrorizzata.
Passo troppo tempo attaccata al cellulare.
Ti dico che ho visto, anche se non ho visto niente.
Ti dico “poi vediamo”… e invece non vediamo niente.
Ti prometto che poi quel puzzle lo faremo… da sei mesi circa.
Ti faccio mangiare merendine a scuola quando mi dimentico di fare la spesa.
Mi dimentico di firmare gli avvisi sul diario.
Ti prendo la pizza quando non ho voglia di cucinare.
Ti lascio un’intera estate lontano da me, in quel lager fatto dell’amore dei nonni, di tramonti sul mare e torte di verdure appena raccolte.
Ti riempio di baci mentre dormi, perché da sveglio non lo faccio abbastanza.
Ti dico che sto lavorando quando in realtà sto cazzeggiando su Facebook.
Ti trascuro per scrivere le mie storie e curare i miei progetti.
Alle feste di compleanno mi annoio a morte e cerco sempre l’angolo alcolico per genitori disperati.
Ti dico che lo farò, e poi non lo farò.
Ti ho fatto credere di avere il numero di telefono di Babbo Natale, ma che possiamo parlarci solo noi mamme.
Ti costringo ad ascoltare Levante e Daniele Silvestri, tanto che ormai te li sei fatti piacere.
Un attimo prima mi tocca la parte del poliziotto buono: così ti sgrido e ti faccio piangere, ma un attimo dopo tocca sempre a me farti ridere e asciugare le tue lacrime.
Non ti voglio comprare la Play, non so niente di calcio e robot, mi fanno schifo i vermi e odio i parchi divertimento.
Ti compro solo vestiti in saldo ti mando in giro coi pantaloni sempre troppo corti alle caviglie.
Non ti lascio toccare i miei trucchi, il mio portatile, il mio i-phone.
Fondamentalmente non amo i bambini.
Ma quando ti lascio sgranocchiare le patatine davanti alla tv insieme a me, mi compri con un “mamma sei la migliore”.
Che lo so che lo pensi sul serio.
“La migliore delle mamme possibili.”
I francesi usano la felice espressione “il faut faire avec…”si fanno i conti con quel che si ha.
Ed io ho tanto. Persino un interlocutore quando sono seduta sulla tazza del cesso, sottoposta a domande esistenziali da cui non posso certamente fuggire.
Buona festa della mamma alle mamme che “fanno avec…”
Con quel che hanno, e quel che possono.

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