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aquilone

Volere Volare

A Davide hanno regalato un aquilone per il compleanno.
Oggi lo abbiamo montato, e lo abbiamo fatto volare, che ho scoperto essere un’attività che mi piace moltissimo.

C’era un vento bizzarro oggi, folate violente si alternavano a momenti di bonaccia.
L’aquilone si alzava improvvisamente in volo, e in quei momenti, per mantenerlo in stallo, dovevo calcolare bene quanto filo lasciare e quando accorciare.
Quando lo sentivo tirare, sapevo che era alla distanza giusta, aveva abbastanza filo per librarsi in volo senza precipitare.

Questo, finché il vento si manteneva costante.
Alla minima variazione, dovevo decidere rapidamente se tirare o mollare, se riportarlo a me, oppure lasciare altro spago, vedendolo volare sempre più in alto.

Ogni volta che sbagliavo, l’aquilone precipitava miseramente in acqua. Ma per fortuna avevo preso dimestichezza, ed era sempre più facile farlo librare in volo velocemente e in maniera efficace.

Mi è sembrata una metafora perfetta delle relazioni. Ho pensato subito, ovviamente, alla mia storia d’amore. Ma anche a Davide. Perché coi figli forse, vale ancora di più la regola del non tirare troppo la corda, o di dare
corda.

Mi è sembrato evidente il significato profondo di queste due espressioni di uso comune.

In amore, ogni tipo di amore, non si può legare nessuno a sé.

E se i figli hanno bisogno delle famose ali per volare e radici per tornare, in coppia quel dare corda diventa ossigeno e sopravvivenza, per se stessi e per il partner.

È un equilibrio labile, talvolta complesso.
Ma quando riesce, si ha l’incantesimo di restare, partire, tornare in piena consapevolezza.

Amore è librarsi nell’aria, sì. Ma è soprattutto scelta precisa. Di quanta corda dare, e lasciare. Di quanto spazio prendere e concedere. Di quanto di se stessi mettere sul tavolo, smussando angoli, scendendo a compromessi e anche, come mi ha detto un certo saggio, quanto farsi fare fessi. ❤️

#monamour

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