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La ricerca della felicità

Ricordi? “Son stanco”, mi hai detto.

Ti ho preso per mano, portato nel letto.

E mentre la notte virava nell’alba,

Ti tenevo stretto, un abbraccio che scalda

Ricordi? Ti ho detto: “Mi sento confusa”

E tu che sapevi esser solo una scusa

Hai dato valore al tempo dell’attesa

Finché è giunta infine una docile resa

Ricordi? “Ho paura”, mi hai detto.

Ho aperto le braccia, ti ho offerto il mio petto.

E mentre tremavi, bambino, di foglia,

Di prender il tuo spazio ti è venuta voglia.

Ricordi? Ti ho detto: “Mi serve un finale

Che non sia scontato, per nulla banale.”

Di occhi e di mani mi hai accompagnato,

Nel luogo preciso dove tutto è iniziato

Ricordi? “E’ già tardi”, mi hai detto.

Volevo legarti, tenerti stretto.

E quando ti ho visto un bel giorno partire,

Mi hai detto “Tu vieni?” per non impazzire.

Ricordi? Ti ho detto: “Non posso marciare

Col passo dell’oca, a tempo marziale.”

A passo di danza mi hai accompagnato

A sfidare il tempo, futuro, passato.

Ricordi? “Sei bella”, mi hai detto.

Io sciocca arrossivo, sceglievo il rossetto.

Che tu puntualmente facevi sparire,

Con calici pieni, da vuotare e riempire.

Ricordi? “Son felice”, mi hai detto.

Mi aprivi la porta, mi offrivi un cassetto.

Che solo aspettava di esser riempito

di calze, di un sogno, bellissimo, ardito.

Ricordi? Ti ho detto: “Mi sono arrabbiata.

Son stanca di essere sempre osservata.

Oggetto di inutili invidie a attenzione.”

E tu mi hai protetta senza spiegazione.

Ricordi? “E’ strano”, mi hai detto.

Io che non afferravo il concetto.

Per anni ho cercato, ma senza trovare

Chi senza guinzaglio sapesse restare

Ricordi? Ti ho detto. “Ho fatto uno sbaglio.

Non pratico affetti, dilettante allo sbaraglio.”

Così mi hai insegnato, lezione di vita,

Si sceglie chi resta, stringendo le dita

Ricordi? “E’ finita”, mi hai detto.

Ed io un po’ confusa attendevo il verdetto.

E tu mi spiegavi, sapendolo già

“Parlo della ricerca della felicità”.

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