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La mia famiglia

La mia famiglia è un puzzle speciale, di quelli dove ogni incastro può combaciare con più di un lato, maschio e femmina li chiamano, con una velata allusione sessuale, e buona pace del gender.

La mia famiglia è un arcobaleno, una tavolozza di colori che si mescolano e danno vita a sfumature sempre nuove.

La mia famiglia eravamo due.
Una alta e uno basso, come i piatti di una bilancia.
Ora siamo tre, e i piatti si sono riallineati.

La mia famiglia è fatta da un figlio, da due nipoti che per mio figlio sono fratelli, da uno zio che è un padre da una cognata che è una sorella, da quattro nonni che sono querce e spuma di mare e una tavolozza pronta per essere usata, da un numero piuttosto rilevante di zie e sorelle che crescono con noi, e ci amano e che amiamo, con cui non esiste alcun legame di sangue.

E che il legame di sangue non sia importante me lo hanno insegnato tante famiglie, anche l’ultima che ci ha adottato, a me e a mio figlio, e la sensazione quando siamo tutti insieme intorno a un tavolo è quella di una grande famiglia allargata dove tutti i pezzi del puzzle combaciano in mille modi diversi, e i colori si mescolano e sporcano la faccia e le mani e fanno nascere sorrisi e nuovi legami d’amore.

Quindi qualcuno glielo spieghi oggi a quelli la’, che sproloquiano del valore della famiglia, che noi non saremo mai come ci vogliono loro.
Vi facciamo paura?
Certo.
Perché noi, a differenza vostra, sappiamo amare davvero.

#verona #congressomondialedellefamiglie

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