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Bolle e bollini

Succede a tutte, quando meno te l’aspetti.
Arrivi ignara alla cassa, e la cassiera ti guarda da sott’in su, con sguardo di sfida.
“Li vuole i bollini, signora?”
(Signora tua sorella) pensi mentre rispondi con aria di sufficienza:
“No no, grazie. Mi ci mancano i bollini AH AH.”
E la madre dietro di te, si avventa come un falco “non le interessano? Posso prenderli?”
“Ma ceeerto” beli tu, mentre magnanima, elargisci come Mecenate i sacri bollini, ignara della nemesi che sta per abbattersi su di te.

Arrivi a casa e tuo figlio ti accoglie con un “Mammamammamamma lo sai che Pierino a scuola ha il pupazzo di Batman, quello del fungo atomico e quello del battere dell’escherichia coli? Li ha presi sua mamma coi bollini del Supermercato!”

E tu inizi a sudare freddo. Ti passa davanti tutta la tua vita di acquirente stolta, che abbandonava bollini con sicumera ai bordi della cassa al grido di “non mi avrete mai!”
“Certo amore – balbetti con voce tremula – dimmi quale pupazzino ti aggrada”

E lui, gia munito di scheda raccattabollini indica con fare sicuro dodici pupazzi diversi

“Voglio questo, questo, questo, questo, questo e questo!”

E tu cominci a fare calcoli mentalmente: la raccolta dura un totale di nove giorni lavorativi. Per ottenere un bollino, è necessaria una spesa di almeno 99,99€, esclusi i prodotti di gastronomia, i prodotti per la casa, i biscotti senza olio di palma, e sì, pure l’alcool, tu che speravi di vendere caro il fegato in cambio del pupazzino del battere del colera.

In pratica puoi stipare la dispensa solo di zampironi e scatolette per gatti, tu che un gatto non ce l’hai.

Oppure avvalerti dei prodotti speciali; eh sì, perché alcuni prodotti ti fanno acquisire bollini extra.

E tu cominci a sperare: saranno prodotti non deperibili, farina, scatolette di tonno? Per farne una riserva in vista della Terza Guerra Mondiale scatenata fra le mamme che vogliono accaparrarsi l’ultimo pupazzo di Hulk? O almeno di consumo quotidiano? Latte? Uova? Caffè?

Stolta.

I bollini extra vengono forniti solo ed esclusivamente sui prodotti extra lusso, come il trancio di salmone nordico marinato, affumicato, cauterizzato e liofilizzato a soli 129,90€ la confezione.

Viceversa, si trovano sui prodotti più inutili e assurdi: la carta igienica fuxia. Le uova di quaglia. I cetriolini alla menta sottaceto. Il dentifricio al gusto pop corn. Gli spaghetti alla boloGNese (da pronunciare con il GN duro) di importazione britannica. E i biscotti al cioccolato e uovo sodo rimanenza degli anni ottanta di un magazzino della DDR.

Ma tu prendi tutto, TUTTO, in un’orgia di prodotti variopinti quanto inutili, bruciando del sacro fuoco materno che vuole far gioire il proprio pargolo ad ogni costo.

Mandi amici e parenti ad elemosinare bollini in tutti i supermercati della zona “E me ne dia uno in più, sa è per il BAMBINO”; tua madre ha imparato la parte a memoria, da recitare con voce tremula e occhio umido.

E poi arriva il gran giorno.
La tesserina è PIENA.

Strisci alla cassa come un reduce del Vietnam, tenendo stretto fra le mani il terzo pupazzo della lista di preferenze (il primo e il secondo sono inevitabilmente ESAURITI).

Allunghi con cautela l’oggetto alla cassiera, la mano tremante, quasi fosse un secondo figlio. Sfili la tessera colma di bollini tra le mani.

La cassiera ti guarda con aria pietosa. Non sa come dirtelo.
“Ehm… signora – signora tua sorella, pensi – ci sarebbero da aggiungere 1,29€”

Comincia a ballarti l’occhio, e sei certa che ti verrà un ictus.

Ma hai la prontezza di spirito di sfoderare una banconota da 500€, fuxia, come la carta igienica che straborda persino dal frigorifero di casa tua.

Calcoli che con 500€ ne avresti comprati circa 350 di quei pupazzi di merda, ma li lanci con astio alla cassiera.
“E il resto, lo voglio in pupazzi di Batman!

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