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Pancia

Lettera alla mia amica che aspetta il primo figlio

Cara amica che aspetti il primo figlio,

Immagino che già da qualche mese starai sperimentando sulla tua pelle che, quando si tratta delle gravidanze altrui, la gente ha la tendenza a non farsi i fatti propri.

Così mi sono detta: perché non unirmi al coro dei consigli non richiesti?

Almeno ci sono già passata di recente, e quello che sto per dirti è frutto di esperienza esperita, te l’assicuro.

  1. Sei incinta, non ti ricapiterà molto spesso. Approfittane. Pretendi il posto a sedere in treno, in autobus, in posta. Ricordati che alla Asl hai la priorità: sei incinta. Declamalo a voce alta e salta la coda, sfoggiando la migliore delle facce di marmo e un sorrisetto verso le vecchiette che sono lì dalle 6 del mattino a tenere il posto e che ti lanceranno strali d’odio. E fallo anche al supermercato. La pancia ti dà diritto alla precedenza alla cassa, anche e soprattutto su quelli che arrivano con un pacco di pasta e ti guardano pietosi “ho solo questo, posso passare?” No. Non può. Sei incinta. La precedenza ce l’hai TU
  2. Non è necessario fare le abluzioni con l’Amuchina: l’insalata si può mangiare comunque, considerato che, quella che compri al Conad, la terra l’ha vista col binocolo.
  3. Fai una lista nascita. Non è volgare, non è maleducato. E’ utile. Non riceverai doppioni e potrai sceglierti tutto quello che ti serve. Ecco, a questo proposito. Il placcatore d’oro di caccole nasali è inutile. Così come il profumo per bambini e i paracapezzoli in argento.
  4. Non leggere libri, manuali e manuali d’istruzione. Dicono tutto e il contrario di tutto. Al massimo sceglili apposta: apprendi un metodo per poi fare l’esatto opposto.
  5. Dovrai prendere confidenza con l’aspiratore di caccole. Fa schifo ma è vitale per sopravvivere agli inverni moccicosi. Diventerà il tuo migliore amico, insieme all’aerosol. Ah, cambiare le spugnette ogni volta serve solo ad arricchire la Narinhel. Basta un battufolo di cotone, o sciacquare la spugnetta ogni volta.
  6. Le fialette di fisiologica sono un furto. Compra il boccione da litro, quello per le flebo e piantaci dentro una siringa. Considerato che ne farai andare un litro al mese, coi soldi risparmiati in tutta l’infanzia, lo manderai all’università.
  7. Le prime volte che lo sentirai muovere ti sembrerà di stare per scorreggiare. Lo so, toglie molta poesia alla maternità, ma è vero. Tutte le mamme lo confessano prima o poi. Ma è più romantico parlare di “sfarfallio nel basso ventre” che pensare “oddio, sto per cagarmi addosso”.
  8. Goditi la pancia, e goditi quei movimenti. Ti fanno sentire Dio. E in effetti lo sei. Ricordalo a tuo marito in ogni istante, perché gli uomini tendono a sottovalutare la cosa. Per questo li spediamo a cercare un gelato alla papaya il 5 di dicembre alle due di notte. Per non lasciarli adagiare. Del resto, se centinaia di culture hanno dedicato un rito alla fertilità, lui potrò trattarti da dea per 9 miseri mesi no? Tanto la pacchia finisce presto.
  9. Se stai bene e non ci sono controindicazioni mediche fai sport, fai sesso, viaggia, vai al mare, esci, vivi. Sei incinta, non inferma. Approfitta degli ultimi attimi di libertà, perché il cinema te lo puoi scordare per i prossimi quattro anni. E il primo film che vedrai sarà Frozen 3. E dovrai uscire a metà del primo tempo perché lui o lei non resisterà seduto più di mezz’ora, avrà paura, dovrà fare la pipì o si starà annoiando.
  10. So che adesso ti sembrerà impossibile, ma la cacca diventerà uno dei tuoi argomenti preferiti. Passerai settimane a non parlare d’altro: se l’ha fatta, se non l’ha fatta, ti interesserai alla frequenza, alla consistenza e al colore. Maneggerai chili di cacca, imparerai a benedire le pallette dure tipo capra contro le strisciate mollicce della consistenza della malta, che asfalterà le sacre chiappette e si infilerà impietosa sotto le unghie. Scordati la manicure, ma c’è di buono che smetterai di mangiarti le unghie. Scoprirai che la cacca può moltiplicarsi, ed espandersi fino a luoghi non concepibili dalla mente umana. Pu riusciva a spalmarsela fino sotto le ascelle e a farsela colare fino ai talloni. Lo so, tutto questo fa schifo. Ma ti ci abituerai. E quando pensi che non potrebbe andar peggio, arriverà il momento dello spannolinamento. Una volta, Pu avrà avuto tre anni, eravamo in libreria. Leggiamo vari libri per bambini e decidiamo di comprarne uno. “Mamma ho fatto la cacca”. E tu non ci vuoi credere. E invece lui aveva prodotto uno stronzetto solido e liscio come un tappo di sughero, tanto da non sporcare nemmeno le mutandine. Infilo rapida una mano fasciata da un fazzolettino e prelevo il corpo del reato, impacchettandolo subito dopo. L’afrore si stava già espandendo nella sala lettura. Ho dovuto fiondarmi alla cassa, fare la code, esibirmi in vari contorsionismi per pagare con una mano sola, e finalmente uscire. Il tutto nascondendo nell’altra mano un pacchetto di cacca, e mantenendo una parvenza di dignità, mentre la gente in coda alla cassa si guardava intorno con aria sospetta per capire da dove provenisse QUELL’ODORE. Essere madre è anche questo. E’ meglio che tu lo sappia prima.
  11. Trovati una brava ostetrica. Il parto dipende SOLO da lei. Corrompila, giurale che le farai conoscere Brad Pitt, promettile dobloni e pepite d’oro ma fatti seguire come si deve durante il parto. E per l’amor del cielo, FAI L’EPIDURALE. Siamo nel 2015, partorire con dolore è un retaggio obsoleto e vagamente cattolico. Ti faresti estirpare un dente senza anestesia? Ecco. Pensa solo che deve passare un’anguria dove normalmente passa un pisello. Ogni doppio senso è puramente casuale.
  12. Fatti aiutare. Ok, abbiamo stabilito che sei dio. Ma solo finchè hai la pancia. Dopo no. Dopo, potrai incarnarti in altre divinità, tipo la Dea Khali dalle mille braccia, ma per ora basta con le smanie di onnipotenza. Ad un bambino serve una comunità per crescere, mai cosa più vera fu detta. Tuo marito è assolutamente in grado di cambiare un pannolino e una tutina, tua madre e tua suocera sanno cucinare, lavare e stirare. CHIEDI. Nessuno ti offrirà aiuto, per paura di disturbare o, in verità, perché se ne frega. Non chiuderti  nella bolla in cui inevitabilmente finiscono mamma e neonato nei primi mesi di vita. Goditela questa bolla, ma lascia uno spiraglio: per il papà, prima di tutto, e per tutti coloro che vorranno darti una mano.
  13. Portalo in fascia. E’ l’esperienza più bella che potrai vivere dopo la maternità. Ed è molto più pratica del passeggino.
  14. Esci, anche se fa freddo, anche se hai sonno, anche se non fai una doccia da tre giorni e l’unico capo superstite da rigurgiti e strisciate di cacca è una felpa anni ’80 rosa pesca e taglia XXL della Best Company. ESCI. Cammina, cerca di incontrare altre mamme, iscriviti a corsi sul massaggio neonatale o di uncinetto per mamme, ma vai. Confrontarti con altre mamme che stanno vivendo la tua stessa esperienza ti farà sentire meno scema, meno incapace, meno inadeguata, meno insicura. Scoprirai che anche le altre non riescono a trovare il tempo per fare la cacca, che tutti i bambini hanno le coliche, che l’aggiunta di latte artificiale si può dare senza finire nel libro nero de la Leche League e che avere istinti infanticidi è perfettamente normale. Per fortuna la natura ci aiuta ad evitarlo, e spesso anche la comunità che siamo state capaci di costruirci intorno.
  15. Se piange, non correre immediatamente; corri subito, ecco. Conta fino a dieci e prega che si riaddormenti. A volte funziona, ed è meraviglioso. (il dudù, una tua maglietta o cose similari aiutano. Insisti e insegnali ad usarlo.)
  16. Se non riesci ad allattare non è la fine del mondo. Allattare è stupendo e meraviglioso e caldamente consigliato dall’OMS. Ma è impegnativo e dev’essere qualcosa di piacevole e fattibile prima di tutto per te, perché è un compito gravoso che non si può delegare. Possono esserci delle difficoltà, e allora se non te la senti o se non ci riesci o se non vuoi, non sei una madre peggiore di chi allatta. E non lo sarai nemmeno se farai un cesareo invece di un naturale o se cederai all’epidurale nonostante volessi viverti il dolore del parto. Non è una gara, e non si vince nessuna medaglia alla fine, anzi. Alla fine dei conti, dopo essere svenute o essersela fatta addosso davanti ad uno staff di medici e ostetriche, con la fuffa, o la pancia cucite come una cima genovese e un grappolo di emorroidi che ti darà ben più noia dei punti, siamo tutte nella stessa barca.
  17. L’utero ci rimette circa un anno a tornare delle sue dimensioni originarie. Ti autorizzo ad azzannare alla giugulare il primo che, a una settimana dal parto ti chiede: “ma quando nasce”?
  18. A te toccherà cambiarlo, nutrirlo, bilanciare i pasti, assecondare capricci e manie, sminuzzare, eliminare pezzettini verdi, lische e nervetti, portarlo al parchetto, agonizzare alle feste di compleanno ai gonfiabili giurando che tu, alla festa di compleanno del nanetto, allestirai “L’angolo Negroni” per i genitori, alzarti di notte, abbinare i vestiti, presenziare alle assemblee di classe, accompagnarlo in piscina, a danza e a calcio. E tutti penseranno che sia perfettamente normale, perché tu sei la mamma. Quando il papà si prenderà mezza giornata di ferie per portarlo al mare, e riuscirà anche a fargli indossare la maglia al diritto sarà considerato il padre dell’anno.
  19. Non avere fretta. Goditela più che puoi, perché sono tutti momenti che non torneranno. Goditi la pancia, goditi la gravidanza, goditi i primi mesi di vita anche se sembrano l’inferno e quelli a venire, con i progressi esponenziali che arriveranno giorno per giorno. Non avere fretta di svezzarlo, di togliere il pannolino, di sentirlo parlare o di vederlo camminare. Certe fasi sembrano insuperabili, certi momenti insopportabili. Ma poi chiudi gli occhi e li riapri che lui è pronto per andare a scuola e tu ti chiedi dov’eri mentre lui cresceva.
  20. Niente sarà più come prima. La notte, il giorno. Le stagioni, la scansione del tempo. La tua percezione di te e delle cose, il tuo corpo e la tua testa. Le priorità si ribalteranno e riderai di quella che eri e delle cose a cui davi importanza prima di avere un figlio. Cambieranno gli equilibri di coppia, e dovrai essere sempre tu, come un bravo giocoliere, a garantirne la sopravvivenza. Sperimenterai una stanchezza che non credevi nemmeno di essere capace di sopportare. Annegherai nei sensi di colpa, nella frustrazione, nella rabbia e nella tristezza. Ma scoprirai in te stessa risorse illimitate e inimmaginabili, e una forza che nemmeno sapevi di avere. Perché sai che qualunque dolore, qualunque sacrificio è superabile, per Lui o Lei. Perché posso garantirti cara Amica, che niente di quello che finora tu hai chiamato amore, può vagamente avvicinarsi a quello che stai per sperimentare.

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